Buttiamo i soldi nel cestino, anzi no, nel cassonetto

Pensavo fosse un mio errore di percezione dovuto all’essere daltonico, poi ho chiesto conferma, e purtroppo non mi sbagliavo. Quei cassonetti sono davvero rosa. Quale sarà la misteriosa malattia che fa cambiare colore ai cassonetti? Sarà un’installazione artistica? Saranno le abbondanti piogge cariche di inquinanti che fanno cambiare colore ai cassonetti della nostra città in questi giorni?

No. Sono i cassonetti rosa per dare il benvenuto al giro d’Italia.

 

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La polemica sui costi dell’arrivo del giro è ormai nota (ne accennavo già qui), ma la giunta Paroli sembra non mettere limiti alla fantasia quando si tratta di spendere.

Le ipotesi sono due:

1) l’amministrazione comunale ha pagato di tasca propria i cassonetti rosa. In questo caso lo spreco di denaro pubblico, in un momento in cui ci viene ribadito come un mantra che “non si possono fare piste ciclabili/servizi sociali/spese per la cultura per carenza di fondi”, è lampante;

2) qualche sponsor misericordioso ha deciso di finanziare i cassonetti. In tal caso mi domando, se lo sponsor voleva finanziare qualcosa di utile per il giro, non poteva contribuire alla necessaria riasfaltatura delle strade oppure alle spese per le misure di sicurezza?

In questo ragionamento evito di pensare alle relazioni tra la ditta OMB e la giunta..

Non saranno cifre enormi, rispetto ai 700’000€ totali di cui si parla, ma mi sembrano esempio della gestione assolutamente “leggera” del denaro pubblico della giunta Paroli.

Anche per questo chiedo il vostro voto, per portare razionalità e trasparenza nella spesa pubblica.

Immagino una città dove lo sport è di tutti, diffuso e low cost

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Quando penso che potrebbe essere investita una enorme quantità di denaro per realizzare un nuovo stadio nel “parco delle cave”, distruggendo quindi anche una parte importante di territorio,sento un profondo senso di ingiustizia. La stessa sensazione mi prende quando si parla dei costi dell’arrivo del giro d’Italia a Brescia. Un importo che avrebbe consentito la realizzazione di oltre in terzo delle piste ciclabili previste nel piano della ciclabilità (mai realizzato perchè, a detta di Rolfi, non ci sono i soldi).

Vorrei invece che quei soldi venissero spesi per “piccoli grandi interventi” per garantire lo sport a tutti, diffuso, a basso costo. Realizzare campetti sportivi nei quartieri, percorsi ciclabili sicuri, garantire alle  comunità che popolano il territorio della città la possibilità di praticare i loro sport preferiti.

Insomma, lo sport vero non deve essere quello degli stadi immersi in centri commerciali e dei mega eventi.

Nella città che immagino l’Amministrazione Comunale vede lo sport come un veicolo per conoscere il territorio e per viverlo, per favorire l’integrazione, per aiutare la salute dei cittadini, non come un’altra scusa per muovere capitali e massacrare il territorio.